Anche se mancano alcune grandi opere artistiche, fatte costruire dai Frati lungo i secoli, come il Coro con stalli lignei per i frati, il vecchio organo meccanico, e tutto l’arredo con le sacre suppellettili (tutte sparite in questo secolo), con il ritorno dei Padri Conventuali, con quello che già hanno fatto e con le opere che intendono realizzare per rendere sempre più bello questo santuario francescano,la gloriosa chiesa di S.Antonio viene restituita alla città e ridiviene il cuore religioso del centro, dove il cristiano e l’uomo dal cuore sincero trova un asilo, un’oasi, un paradiso di spiritualità, di fraternità e di bellezza.

Dietro l’Altare, al centro del pavimento del coro, ci sono due lapidi sepolcrali: la prima con lo stemma e marmo policromo è quella di P. Antonio Aversani + 1702) munifico ricostruttore di S.Antonio, la seconda marmo bianco di Carrara, è di Giulia Morra (+ 1717).



Dietro al Coro, sulla parete absidale si nota un affresco molto rovinato per l’umidità: Madonna col Bambino tra S. Antonio e un santo monaco, del XVI secolo.

 



L’insieme si presenta abbastanza luminoso ed armonioso nel ritmo architettonico settecentesco, con tinte chiare che mettono in evidenza gli elementi decorativi: profili, lesene, capitelli, festoni floreali, conchiglie rovesciate e teste d’angeli. 

Il soffitto è costituito da un pregevole cassettonato in legno a lacunari, legno intagliato e dorato, con al centro un quadro recente del santo titolare.



All’ingresso del Coro, ai lati vi sono due piccoli portali gotici, quello a destra è originale con affresco, quello a sinistra è rifatto nel 1985.





Dal Portalino gotico originale si accede alla Sacristia, decorata con bei motivi barocchi, al centro della volta possiamo vedere una tela ovale, di ignoto autore napoletano del ‘600, con S.Antonio che riceve il Bambino.


  


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