Presenza Francescana in Aversa


La Chiesa di S. Antonio e gli aversani: un binomio inscindibile per secoli. Non si può comprendere bene la presenza religiosa dei frati francescani e la loro operosità pastorale e il loro servizio sociale a favore di ogni persona se la si disgiunge dal popolo.

      Questa Chiesa, sorta quasi al centro della città, divenne nel corso degli anni, un cuore palpitante di vita spirituale e di impegno culturale illuminando menti e alimentando nel cuore di tutti la verità della fede.

      Nel 1866 i frati minori conventuali a seguito delle soppressioni garibaldine furono allontanati dal loro convento che, anno dopo anno, apparve destinato all’abbandono e al deterioramento definitivo delle sue strutture.

      Per un secolo e più c’è stata nei confratelli di ieri una « nostalgia » forte per l’antica dimora e un amaro sentimento per le difficoltà del ritorno.

      Ma i figli di Francesco non hanno mai desistito, desiderosi sempre di vivere in « quelle celle » e di legare la loro consacrazione religiosa, nel monastero di S. Antonio, alla memoria del passato.

      Ed è stata questa « memoria » più viva delle pietre, più forte dei decreti, più fresca che mai, a dare impulso e tenacia ai tentativi per il recupero.

      Questa memoria del passato non ha mai cancellato gli eroismi degli eminenti confratelli vissuti in quel convento ed ora beatificati e canonizzati dalla chiesa come il Beato Bonaventura, il Beato Lucci, San Francesco Antonio Fasani.

       Centoventisei anni d’assenza — dicono gli storici, ma si può dire che, nel corso di questi anni, seppure è andato rovinato il convento, mai si è spento nei cuori dei figli del Poverello il desiderio di ridare all’antico e glorioso convento la gioia della fraternità conventuale, l’entusiasmo evangelico, dell’essere — per gli altri, la contentezza di potere continuare il racconto di San Francesco là dove altri furono costretti ad interromperlo.

      Nel 1928 Mons. Settimio Caracciolo offrì ai frati minori conventuali l’opportunità di tornare in Aversa, mettendo a disposizione della loro comunità la chiesetta di S. Girolamo già delle povere Figlie di Santa Chiara.

      Dal 1928 in poi la presenza operosa dei frati si è distinta per l’impegno sociale: nel corso della guerra con spirito intraprendente e con volontà evangelica p. Pasquale Iovino creò la casa per gli scugnizzi di San Francesco, poi dal P. Giuseppe D’Antuono e dal P. Salvatore Tripaldi trasformata in Collegio per i Beniamini del Santo d’Assisi.

      Dal 1928 in poi si sono succeduti i tentativi messi in opera dai provinciali del tempo (P. Antonio Palatucci, P. Bonaventura Manzi, P. Antonio D’Apice) per riottenere dal Comune di Aversa l’antico convento.

      Solamente quest’anno grazie allo zelo diligente di Mons. Giovanni Gazza e di Mons. Nicola Comparone, con l’aiuto illuminante dell’Avvocato Anito Ciaramella e con la disponibilità degli amministratori del Comune di Aversa (Carmine Bisceglia - Sindaco) i frati Minori Conventuali hanno potuto riavere parte del convento di S.Antonio. Decisivo è stato l’impegno del superiore P.Raffaele Ricciardi.

      L’augurio è che « questo centro » di esperienza religiosa torni a splendere come cenacolo di spiritualità, come cenacolo di cultura, come palestra di bene e di speranza.

       Il    Messaggio di San Francesco rimane ancora attuale e la festa di questa sera è anche impegno per la comunità dei francescani di Aversa perché nella città e nei cuori di tutti siano vivi la pace e il bene e si riaffermi la cultura della fedeltà e del rispetto: a Dio, all’uomo e alle cose create.

Tratto da PRENSENZA FRANCESCANA CONVENTUALE IN AVERSA

A Cura di Don E. Rascato

ANNO 1993

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