CHIESA E CONVENTO S. ANTONIO

Oltre i marmi commessi ed altre sculture questo tempio contiene un eccellente patrimonio pittorico d’epoca rinascimentale e barocca.

Il criterio dell’ultimo restauro è stato quello di offrire un’immagine della vita architettonica dell’edificio, stilisticamente omogenea, almeno per comparti, e non discriminante.




L’interno della chiesa è costituito da un’unica navata con una grande abside; la navata ampia e solenne si presenta con pareti scandite da quattro coppie di lesene con tre altari per lato; gli altari sono collocati nelle rientranze che accennano a piccole cappelle. Un grande cornicione corre sulle Iesene e architravi delle pareti, cornicione che separa la zona degli altari dalla zona dei finestroni ovali. Grazie ai lavori del post-terrernoto il tempio francescano del Seggio ha svelato l’antica sua struttura gotica ed ha permesso di apprezzare più compiutamente l’intervento barocco commissionato da P. Antonio Aversani, Generale dell’Ordine. 



Il grande Crocifisso ligneo, una volta al centro del Coro, ora è collocato sulla parete destra dell’ingresso principale della chiesa. E una scultura quattrocentesca con l’originario colore dell’incarnato e delicati ornati in oro nel perizoma, con aggiunte posteriori; non poteva mancare in questo santuario francescano l’immagine del Cristo sofferente e glorioso.




Dopo il Crocifisso e prima dell’altare di S. Antonio Abate, ricorda che questo altare era dedicato al santo eremita e che da papa Benedetto XIV era stato dichiarato «privilegiato».


Sul primo altare, a destra, troneggia il dipinto su tela dell’antico titolare S.Antonio Abate. Da Gaetano Parente è attribuito a Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro, però, grazie all’ultimo restauro, si può vedere chiaramente in basso a sinistra la firma del committente «F. Marcus de Fracta Maior F.F. 1665 » e la nota sigla dell’autore « CMP » (= Carolus Mercurius Pinxit), riferita al grande pittore seicentista Carlo Mercurio, che ad Aversa ha lavorato e ha lasciato molte sue opere. Il santo del deserto è rappresentato con l’abito monastico, col libro e bastone col campanello, il fuoco e con putti ed angeli che lo circondano; di bell’effetto sono il volto del santo patriarca e dei putti che soffiano sul fuoco.



Al secondo altare, una tavola cinquecentesca raffigurante S.Giovanni Battista, rivestito di pelli di cammello e mantello rosso scarlatto, ai piedi l’agnello e in mano la croce con la dicitura « Ecce Agnus Dei »; una lunetta « Madonna col Bambino tra i santi Francesco d’Assisi e Francesco di Paola » sovrasta il dipinto.

 



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