Al terzo altare ammiriamo la più bella tavola di questa chiesa: la Madonna col Bambino tra S.Andrea e S. Pietro.  Proviene dall’altare maggiore della distrutta chiesa parrocchiale di S. Andrea; si tratta di una pala rinascimentale attribuita a Pierin del Vaga (G. Parente) e a Giovan Bernardo Azzolino (U. Chianese), autori tardomanieristi.

La Vergine, al centro in alto, è incoronata da una coppia di angeli; ai lati, in basso, i due fratelli apostoli, S.Andrea con la croce decussata, simbolo del suo martirio, e S. Pietro con le magisteriali chiavi; sullo sfondo la scena della vocazione dei due fratelli sui lago di Tiberiade. Per le caratteristiche formali della composizione, per l’imponenza delle figure e per l’espressività dei volti si può considerare l’opera di grande qualità.

Ma ciò che risalta maggiormente in questo santuario di fede e di arte è il Coro, la grande zona absidale, con la stupenda «crociera» gotica con l’antica volta divisa in quattro parti da grandi nervature. La crociera è delimitata dall’arco trionfale, riportato ora all’originario sesto acuto, armonioso e slanciato verso l’infinito. 


In fondo alla parete dell’abside s’ammira la grande trifora dai costoloni policromi, murata per secoli e rimessa in luce nel 1985 (alta circa 9 mt. e larga 3.80 mt.). L’arco e la trifora recano molte tracce di affreschi trecenteschi, inequivocabili segni del grande livello artistico del tempio gotico. 

Anche se non si accostano con lo stile della trifora, meritano attenzione le vetrate istoriate realizzate nel 1987, opera dello scultore P. Tarcisio Musto, dei Frati Minori Conventuali. Descrizione: nei tre cerchi superiori sono effigiati lo stemma francescano e i volti di S. Francesco e S. Chiara; negli scompartimenti, dall’alto in basso: nella prima ogiva «S.Antonio e i Protomartiri francescani» e «S. Antonio maestro dei frati a Montepaolo»; nella seconda ogiva: il «miracolo dell’Eucaristia» e «S. Francesco appare a S. Antonio ad Arles»; nella terza ogiva: «S. Antonio predica al popolo da un albero» e «Santi Francesco e Antonio innamorati della Vergine Immacolata».

 

L’opera più bella, più sonora e più costosa, realizzata dalla sollecitudine dei Frati e con l’offerta dei fedeli, è il nuovo Organo che si ammira in fondo al Coro. Si tratta di un monumentale Organo a canne, costruito nel 1987 e inaugurato nel 1988.

E’ un grande organo a trasmissione elettro-meccanica costruito in due corpi, collocato nello spazio absidale col bell’effetto acustico della volta crociata; è rivestito in legno noce finemente lavorato e satinato.

Dotato di circa 2000 canne nella classica lega di stagno e piombo; per le note gravi sono utilizzate lastre di rame. L’alimentazione dell’aria, silenziosissima, è garantita da robusti mantici in doppia pelle di montone con guarnizioni in pelle di agnello e cachernir.


La consolle, collocata al lato sinistro del Presbiterio, è dotata di due tastiere di 61 note ed una pedaliera di 32 note. Il monumentale organo del Seggio è il più grande che esista nella provincia di Caserta.

  


  


  


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