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(1665-1686) Paolo Carafa "il Teatino"

Anche costui, della nominata famiglia Carafa, si dice sia nato in Aversa il 7 luglio 1618, essendo trascritto nei registri della chiesa Cattedrale S. Paolo in Aversa, funzionante parroco Mario di Leone.

Fratello, il Paolo, del Cardinale Carlo II di Carafa, che, appena nominato principe della Chiesa, lasciò la sede vescovile aversana, come detto altrove.

Faceva parte, Paolo, della Congregazione Teatina, fondata da S.Gaetano, che aveva avuto tra i suoi primi compagni il Vescovo di Chieti Giampietro Carafa, eletto poi Papa col nome di Paolo IV, parente quindi di Paolo Carafa.

La cronaca non parla di festeggiamenti in suo onore, che sicuramente dovettero essere stati preparati al suo ingresso e possesso in Diocesi aversana.

Paolo ebbe la disponibilità di reggere la Diocesi per circa 21 anni e non gli mancarono sia talenti, sia mezzi, che con buona volontà, adoperò per favorire popolo e clero.
E' del tempo di Paolo il triste avvenimento che capitò nel Duomo nell'anno 1671 il 28 novembre, mentre il popolo gremiva la chiesa durante il giubileo lauretano (periodo per acquisto di indulgenze che si è attuato fino a qualche decennio addietro e oggi quasi spento). In attesa che il rito iniziasse, cinque persone si scagliarono contro altre tre - la vera causa è incerta - che furono uccise con colpi di archibugio, morendo dopo alcuni istanti in chiesa.

NeI 1678, invece, è sottolineato un altro avvenimento, ma riguarda la famosa grande campana - detta Scarana - che si doveva riordinare, non riuscendo nell'intento poiché solo alla morte del Vescovo Paolo fu rifusa e sistemata al primitivo posto.

La generosità del Paolo era conosciuta poiché al suo tempo varie Istituzioni (Enti e chiese) furono aiutate finanziariamente; sorse pure in questo periodo (1681) il Monastero della Cappuccinelle in Aversa, su un fabbricato già esistente e fatiscente.

Di lui si conserva tutt'ora la topografia della Diocesi aversana (secondo alcuni inesatta) che traccia i confini su cui delimita la giurisdizione del Vescovo.

Tale disegno è ancora visibile oggi, essendo esposto in una sala dell'episcopio.

Se il Paolo morì a Napoli, fu accontentato nel suo desiderio, come attestava una lapide, essendo stato tumulato davanti alla cappella Loretana; sepoltura scomparsa nei secoli per lavori che seguirono in Cattedrale.


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