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Sito della Comunità Francescana di Aversa

(1598-1605) Bernardino Morra "il Saggio"

Fu originario, il Morra, di Casale dell'Insubria (zona sottomessa ai lombardi).


Se per occupare certi posti di responsabilità si richiedeva - ancora oggi e sempre - esperienza nonché apprezzate doti, del Morra si può dire che aveva sia l'una che le altre.

Prima di essere nominato Vescovo di Aversa, ebbe diversi incarichi e tutti di una certa importanza.


Difatti, fu prima Vicario generale a Milano - al tempo del Cardinale San Carlo Borromeo - passando, con la morte del Cardinale, a Roma con la carica di Segretario della Congregazione dei Cardinali; indi esaminatore dei Vescovi, Presidente della Riforma Apostolica ed infine nominato Prelato domestico di Clemente VIII (un tempo tale prelazia comportava la quasi convivenza col Papa, oggi rimasto solo un titolo onorifico).

Ebbene, proprio Clemente VIII lo volle designare alle sede vescovile di Aversa, l'8 ottobre del 1598.

Non mancò al Vescovo Morra la saggezza nel reggere la Diocesi, adattandosi realisticamente all'ambiente ed essendo tanto esperto; anzi, secondo il Calefati, imitò le virtù di S. Carlo, regolandosi nella cura pastorale secondo i suoi dettami.

Profuse le sue doti e le sue energie, iniziando dal Capitolo Cattedrale, ove riordinò, sulla scia dei predecessori, le dignità, creandone due nuove: l'ufficio del Teologo e quello delicato del Penitenziere.

Il Presule desiderò, per Io svolgimento dei sacri riti, solennità e compostezza, creando per l'occasione un maestro di cerimonie.

Non dimenticò di restaurare la sua chiesa ed abbellirla sempre più.

Ripeté la stessa cosa per il decoro delle parrocchie, chiedendo aiuti finanziari unicamente per tali opere e soprattutto per il mantenimento del Seminario, bisognevole di continue cure.

Il Morra è rimasto tra i non dimenticati per aver redatto le Costituzioni Capitolari nel 1603, con l'approvazione meritoria di Papa Clemente VIII.

Fondò la Congregazione dei Preti missionari, che erano a disposizione della Cattedrale e dei comuni limitrofi. Attuò i dettami del Concilio Tridentino per I'accorporazione delle parrocchie non più per famiglie, ma per quartieri. Arricchi il tesoro delle reliquie, nel Duomo, e vi aggiunse pure un'ampolla del sangue di S. Carlo Borromeo. Si deve a lui la posa della prima pietra, nel 1603, per la costruzione in Aversa della chiesa della Trinità dei pellegrini.

Moriva il Morra a soli 56 anni, nel 1605, in Aversa, e le sue spoglie mortali venivano tumulate nel Duomo aversano, luogo però ai posteri sconosciuto.


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