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Sito della Comunità Francescana di Aversa

(1198-1217) Gentile "Il Difensore"

Si apprende, dalla storia aversana, che con il Vescovo Gentile avvenne il primo trasferimento; difatti, il Gentile già reggeva la Diocesi di Venafro e, per premio, fu designato, nel 1198, ad Aversa: essendo noto che la Cattedra aversana godeva di maggior prestigio.
Se il documento di Papa Innocenzo III afferma che i trasferimenti non devono avvenire senza causa, ciò dimostra che il Gentile era l'uomo adatto a quei tempi per la Diocesi di Aversa.
Il Gentile fu uno dei pochi dell'epoca che ressero la Diocesi per diversi anni e ciò recò vantaggio sia alle popolazioni sia al clero, essendo il Vescovo già molto esperto in campo pastorale.
Spetta al Vescovo Gentile aver rafforzato il vincolo di unione con la S.Sede ed aver dimostrato all'Arcivescovo Anselmo (di Napoli) non suffraganietà a Napoli, ma la diretta soggezione della Diocesi aversana alla S.Sede, per privilegio concesso dal Papa Callisto II.
Mentre ferveva la controversia tra la Diocesi di Napoli e quella di Aversa, fu distrutta, nel 1207, la città di Cuma, allora Diocesi, unita a Miseno.
Non potendo più risorgere Cuma e ridotta di abitanti quella di Miseno, le due diocesi furono separate ed aggregate, secondo i confini, a quelle limitrofe.
Anche in questa occasione il Gentile, sapendosi destreggiare, riaffermò i diritti di Aversa sulle zone di Cuma (l'attuale Licola), essendo già il clero di Cuma stanziato in Giugliano (tenimento soggetto ad Aversa), mentre altre zone furono unite in parte a Napoli ed in parte a Pozzuoli.
A ricordo, forse, di questa ultima aggregazione, Aversa, che già incorporava Atella e Literno, volle esternare lo storico ricordo arricchendo il trono espiscopale di 2 puttini simbolici, che solo qualche anno fa sono stati trafugati.
Il Vescovo Gentile, si dice vantasse di essere stato amico di S. Francesco d'Assisi, che passò per le nostre contrade, e che alla morte di un suo seguace, Santo Antonio, Aversa volle dedicargli un tempio (oggi ritornato agli antichi splendori, restituito ai PP. Conventuali dal Vescovo Gazza).
Si attesta, infine, che il Gentile morì in Aversa ed i suoi resti mortali dovrebbero trovarsi nel sottosuolo del cimitero, che un tempo esisteva, congiunto alla Cattedrale, nella parte posteriore.

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