aversa francescana

Sito della Comunità Francescana di Aversa

(1804-1814) Gennaro M.a de Guevara Suardo "il Garante"

Era nato, il Guevara, in Napoli il 4 maggio del 1748, nonostante di discendenza forse spagnola.

Da giovane entrò nel monastero di Montecassino ed ivi fu ordinato sacerdote; nello stesso monastero nominato, poi, Maestro dei novizi ed infine Abate.

Nell'anno 1792 fu eletto Arcivescovo di Bari e sua principale intenzione fu di riordinare il luogo che preparava i futuri sacerdoti. In poco tempo si acquistò la simpatia di tutti, a qualsiasi ceto appartenessero, e per tutti si offri quale garante negli anni turbolenti che seguirono.

Gli eventi difatti precipitavano a seguito della Rivoluzione francese (1789) ed anche Bari divenne teatro di lotte e di contese.

L'Arcivescovo donò tutto se stesso per difendere il popolo; anzi, s'interpose tra i contendenti da rappacificare tutti e salvare tutti. In quell'ora il Guevara si mostrò - così farà in appresso - il vero Sacerdote, il buon Pastore, l'uomo operatore di pace.

Forse, tal faticoso lavoro (o per sconosciuti altri motivi) snerbò la fibra dell'Arcivescovo, che si decise, e l'ottenne, ad un trasferimento che avvenne alla sede di Aversa, che vacava da oltre un anno.

Il Guevara si ripeté pastoralmente nella Diocesi aversana, non essendo ancor mutati i tempi e le necessità dei fedeli.

E, come in Bari, il suo pensiero costante fu per il Seminario, così per quello aversano sentì la responsabilità, dedicando senza riserve la sua azione a favore dei giovani aspiranti sacerdoti, coinvolgendo professori e Superiori del pio luogo per una completa e sana formazione morale ed intellettuale.

Non si curava soltanto della mente, ma ordinò pure che il vitto dei giovani fosse sano ed abbondante.

Incrementò le scuole ed, oltre quella filosofica, istituì quella teologica (scuola che ha dato frutti ubertosi sino a qualche decennio fa, con dotti ed apprezzati professori).

Al tempo del Guevara non mancarono avverarsi cataclismi e disgrazie varie; difatti, nel 1805 si registra un sisma e nel 1806 l'occupazione di Aversa da parte di truppe francesi.

Ciò che amareggiò il Guevara fu la soppressione - per legge civile - di conventi e congregazioni, specie maschili.

A lui si deve il trasferimento in Aversa della parrocchia dei SS. Filippo e Giacomo dalla parrocchiella all'attuale chiesa (colpita dal terremoto).

Tanti dispiaceri ed amarezze, certo, colpivano ed indebolivano il fisico del Vescovo, che cominciò ad accusare mancanza di forze, spiacente di non poter attendere - come per il passato - al lavoro impellente da svolgere in Diocesi.

Il medico consigliò al Vescovo di respirare aria nativa ed, a malincuore, egli in Napoli, via Foria, alloggiò provvisoriamente.

Si racconta che tutti i sabati il Vescovo era tra il suo gregge, in Aversa, per disbrigare i compiti più delicati, interessandosi di qualsiasi questione e di ciascuna persona. Durante la settimana, invece, aveva incaricato dei responsabili che lo tenevano al corrente dei fatti quotidiani della Diocesi.

A Napoli peggiorò ed il 3 agosto del 1814, colà si spense. Un suo nipote a proprie spese - ordinando sfarzosi funerali, lo trasportò in Aversa.

La cronaca notifica una gran moltitudine di popolo che seguì il feretro con rimpianto ed affetto, vedendosi particolarmente presenti i suoi beneficati, che non erano pochi.

La sepoltura avvenne presso l'altare maggiore del Duomo aversano.


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