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(1823-1844) Francesco Saverio Durini "il Filantropo"

lI 3 dicembre 1 759 il Durini nasceva a Chieti e battezzato in Cattedrale dal parroco Nicola Mattei.

All'età di 15 anni entrò studente nel Collegio dei monaci celestini (Ordine fondato da Papa Celestino, originario della provincia di Isernia, che aveva dato ai suoi primi seguaci il nome di Fratelli dello Spirito Santo).

Ordinato Sacerdote, il Durini, oltre ad essere versatile in geografia e matematica, si specializzò in materie filosofiche e teologiche.

Insegnò in vari conventi celestini delle Puglie, dellAbruzzo e del Napoletano, e tre anni anche in quel convento esistente allora in Aversa.

La stima e la seria preparazione servirono al Durini per essere nominato Superiore dell'Ordine. Diede prova, infatti, di possedere qualità, oltre che intellettuali, anche morali ed umane, tanto che il suo nome fu conosciuto anche fuori dell'Ordine, così da essere designato Vescovo di Marsi nel 1818, ove rimase per 5 anni, fino a che venne trasferito ad Aversa.

A prima vista si sarebbe detto che il Durini fosse vissuto solo pochi anni, essendo già avanzato negli anni, ed invece resse la Diocesi di Aversa per ben 21 anni. Egli ha lasciato orme indelebili per le varie sue attività, che ancor oggi permangono, a testimoniare la paziente e continua tenacia. Non si era prefisso né un programma, né disegnati progetti, né aveva a sua disposizione un ingegnere che seguisse le varie opere murarie, gli bastò unicamente l'esperienza di un ottimo capomastro - suo concittadino - per ristrutturare e rafforzare ciò che era fatiscente. Così, per il palazzo vescovile - rovinato dal tempo - che anno per anno rimise a nuovo, arredandolo di varie suppellettili nei vasti saloni. Aveva fatto disegnare, nel secondo salone, un anemometro (direzione dei venti) rimasto sino a pochi anni or sono, fatto scomparire da un suo successore intellettualmente opposto, in occasione di lavori in episcopio. Una cappellina, per il Vescovo ed i familiari  sorse con dei piccoli vani attigui per uso sacrestia.

In uno di questi locali si può ancora ammirare una Madonna col Bambino, affresco del 1300.

La cronaca, oltre a descrivere i lavori che il Durini eseguì in episcopio ed in Cattedrale, riporta i lavori a fine sociale che furono attuati nella zona del lago Patria (dipendente dal vescovado) come costruzione di argini, case coloniche e di sostegno.

Durante l'episcopato del Durini si lavorò 9 anni nel monastero di San Francesco di Aversa (dal 1830 al 1839) e, ad imperituro ricordo, volle il Pastore innalzare un ardito e maestoso ponte tra due parti dell'edificio, che rimane sempre ammirevole all'occhio del passante.

La città di Aversa beneficò del suo ingegno ed interessamento per lavori indispensabili di fognature ed acquedotti.

Le parrocchie, in Diocesi ed in città, aumentarono: sono del suo tempo quelle aversane di Costantinopoli e di Santo Spirito (anno 1826).

Per il Seminario diocesano preparò un nuovo e grande refettorio (divenuto oggi una piazza) che non vide completato.

Progettava, il Vescovo, di aprire nella Cattedrale cappelle simmetriche (lato destro), ma non poté attuare l'opera per la morte giunta.

Se le fabbriche assorbivano a lui del tempo, non gli impedivano - da buon psicologo - di calmare gli animi a volte agitati dei fedeli, sedare i turbolenti, incoraggiare e riabilitare i depressi.

Uno dei beneficiati fu il canonico Mormile (già brevemente si è ricordata la storia) che di nuovo ottenne il beneficio e ritornò tra i colleghi canonici, uomo di nuovo stimato e valutato.

Pare che il programma del Durini fosse di sedare guerre e riportare pace.

Il Vescovo ormai aveva conquistato i cuori dei suoi diocesani e lo si provò nel 1844, il 15 gennaio, spegnendosi per l'eternità. Vi fu un lutto cittadino spontaneo e sul volto di tanti si vedevano scorrere lagrime di profondo dolore.

Tutta la Diocesi pianse il suo Vescovo ed i funerali furono un trionfo di popolo partecipante vivamente alla dipartita di un padre che lascia i figli profondamente addolorati per la ferale notizia.

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