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Il saluto di "Pace e Bene"

Il Saluto specifico di "Pace e Bene" è un saluto che non troviamo negli  scritti di Francesco, ma in una delle più antiche biografie, la "Leggenda dei tre compagni", che meglio di altre sa proporre  una rilettura della esperienza  umana e spirituale del Poverello anche attraverso le sue emozioni e i suoi desideri. 

L'episodio si colloca all'inizio della conversione del Santo, quando con l'abito succinto, il bastone e i calzari, Francesco ispirato da Dio cominciò ad annunziare la perfezione del Vangelo, predicando a tutti la penitenza con semplicità. A questo punto entra in scena un personaggio misterioso (quasi una sorta di precursore del Santo), di cui il biografo tace il nome  e che per le vie di Assisi si rivolgeva a tutti proprio con questo saluto: Pace e Bene! 

Come lo stesso Francesco ebbe a confidare più tardi, quell'incontro lo colpì moltissimo e in qualche modo fu interpretato da lui come un segnale del cielo, una precisa indicazione e rivelazione divina che gli mostrava chiaramente una strada da percorrere. Tanto che nel Testamento (1226), ricordando quell'episodio, lui stesso scriverà. Il Signore mi rivelò che dicessi questo saluto: Il Signore ti dia pace.

Il frate francescano annuncia la  Pace

Il saluto di pace definisce pertanto l'identità stessa del frate francescano. Sin dall'inizio, Francesco e i suoi frati s'impegnarono in una predicazione di pace, fino a farne  un tratto distintivo della loro scelta di vita, tanto che nella Regola (1223) vi compare pari pari il monito di Gesù: In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa

Anche Tommaso da Celano, il primo biografo  di S. Francesco parla della giovane fraternità e di Francesco come ambasciatore di pace: In ogni suo sermone, prima di comunicare la parola di Dio al popolo, augurava la pace. In questo modo otteneva spesso, con la grazia del Signore, di indurre i nemici della pace e della propria salvezza, a diventare essi stessi figli della pace e desiderosi della salvezza eterna il valorosissimo soldato di Cristo, Francesco, passava per città e villaggi annunciando il regno dei cieli, predicando la pace, insegnando la via della salvezza e la penitenza in remissione dei peccati

La pace, per Francesco,  non deve essere solo proclamata, ma prima di tutto deve essere vissuta e questo lo ritroviamo nella Leggenda dei tre compagni (1276): La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all'ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia dalla vostra mitezza. Questa è la nostra vocazione: curare le ferite, fasciare le fratture, richiamare gli smarriti

Il frate francescano testimonia e costruisce la  Pace

In effetti, la pace fu il tema tema prediletto dal Santo nelle sue predicazioni. Tommaso da Spalato, che vide Francesco predicare a Bologna il 15 agosto 1222, narra che tutta la sostanza delle sue parole mirava a spegnere le inimicizie e a gettare le fondamenta di nuovi patti di pace. Portava un abito sudicio; la persona era spregevole, la faccia senza bellezza. Eppure Dio conferì alle sue parole tale efficacia che molte famiglie signorili, tra le quali il furore irridibile di inveterate inimicizie era divampato fino allo spargimento di tanto sangue, erano piegate a consigli di pace.
Al vescovo e al podestà di Assisi insegnò a perdonarsi per amor di Dio, e, infatti, nel Cantico delle Creature (1225) aggiunge la strofa del perdono: Laudato si', mi' Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore.
Ai figli della pace Francesco dedica anche una delle sue Ammonizioni (1221), la XV, a commento di una delle beatitudini (Mt 5,9): Sono veri pacifici quelli che di tutte le cose che sopportano in questo mondo, per amore del Signore nostro Gesù Cristo, conservano la pace nell'anima e nel corpo. Questa è la vera e perfetta letizia come spiega lo stesso Francesco nel ben noto apologo che potremmo quasi chiosare con le parole di San Paolo nella Lettera ai Filippesi (4,4-7): Siate sempre lieti nel Signore, sempre; [...] Non angustiatevi per nulla [...] e la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
E' Gesù Cristo la fonte della pace vera.

Se troppe volte S. Francesco è stato cooptato a forza nelle schiere di un pacifismo ateo e non credente, in realtà (come appare dalla sua vicenda) la fonte del suo annuncio  e del suo impegno per la pace è sempre il Signore, è sempre il Vangelo.   Per Francesco, solo quando riscopre Cristo, l'uomo trova pace, perchè Egli è la nostra pace e non altri. In Lui , allora ritrova anche quell'armonia ( con se stesso, con gli altri, con il creato e la natura) che lo fa capace di lode perenne e il suo cuore cessa di essere un arsenale pronto a esplodere, per divenire un pozzo di misericordia e di amore.

A tutti voi dunque, in Gesù Cristo: PACE E BENE !

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