aversa francescana

Sito della Comunità Francescana di Aversa

Francesco e la Vergine Maria

Guarda la stella, invoca Maria

Lode alla Signora santa Regina. Saluto alla Vergine di s. Francesco d'Assisi

"Ave, Signora santa Regina, santissima genitrice di Dio, Maria,
che sempre sei Vergine perpetua ed eccelsa,
fatta santa ed eletta dal santissimo Padre del cielo,
che Egli consacrò col santissimo, diletto Figlio suo
e con lo Spirito Santo Paraclito,
nella quale fu ed è ogni pienezza di grazia ed ogni bene.
Ave, o suo palazzo! ave, o suo tabernacolo!
ave, o sua casa! ave, o sua veste!
ave, o sua ancella! ave, o madre sua!
E voi tutte con essa, sante virtù,
che per la grazia e la luce dello Spirito Santo
siete infuse nei cuori degli uomini fedeli,
                                       affinché d'infedeli li facciate fedeli a Dio".

Lode alla Santissima Genitrice di Dio

La salutatio Beatae Mariae Virginis di S. Francesco d'Assisi (+ 1226), breve ma intenso saluto alla "Signora santa Regina", è una fervida esaltazione della "Santissima Genitrice di Dio". Assieme all'antifona Sancta Maria Virgo nell'Officio della Passione, questo saluto-lode costituisce un compendio della visione mariana di Francesco. Nell'unire mirabilmente dottrina teologica, simbolismo biblico e spunti preziosi per la vita spirituale, egli donna ai cristiani una ricca ed ispirata amplificazione del saluto angelico, dove i titoli elogiativi rivolti a Maria derivano dalla fonte dell'amore che è la divina Trinità.

1. Il "novus evangelista" letterato e teologo

Privo di cultura profana, come di cultura teologica, appoggiata ad uno studio sistematico, Francesco si definiva spesso "ignorante e idiota" (Epistola II, Testamentum, n.4). In realtà questo "novus evangelista" (I Cel 89; II Cel 107) di pace e bene e vero messaggero di Dio, si rivela autentico letterato e teologo.
Con il "Cantico di Frate Sole" o "delle creature", composto nel 1225 a San Damiano in Assisi, egli, "dottore incolto", è l'iniziatore della poesia in lingua volgare. Un pò più tardi la poesia lirica avrà il suo grande poeta nel fiorentino Guido Cavalcanti (+1300), principale rappresentante della scuola detta del "dolce stil novo". Poi ci sarà Dante Alighieri (+1321), massimo poeta e profondo teologo della cristianità, quindi Francesco Petrarca (+1374), autori che vedremo nei mesi successivi.

Nel contesto della cultura umanistica e provenzale-cortese, Francesco infonde un volto ed un'anima profondamente religiosi all'ambiente socio-culturale del sec. XIII: la "vita nuova" che avrebbe voluto "santificare ogni aspetto della vita". Contro l'eresia catara, che negava il valore della creazione e di quanto è legato alla materia, Francesco sottolinea, in modo caldo ed affettuoso, la realtà dell'Incarnazione del "diletto Figlio" di Dio, in particolare il mistero della sua Natività. Anche all'arte l'Assisate trasmette una rilevante intonazione religiosa: grazie alla sua sensibilità artistica, a Greccio nella notte del 25 dicembre 1223 crea il presepio: visione plastica del grande mistero del Natale umile di Gesù.

Nella devozione alla Madre "santa ed eletta" del Signore, si rivela fedele erede del sec. XII che aveva dato nuovo impulso alla pietà mariana. S. Anselmo d'Aosta (+1109), rinnovatore e propulsore del movimento mariano del sec. XI., aprì la strada al "dottore dei dottori mariani", s. Bernardo (+ 1153), che addita Maria quale fulgida stella che unisce in sé il Dio del cielo con le sue creature sulla terra. Francesco invece vede la figura umanissima della santissima Madre nei misteri stessi dell'Incarnazione: ella è la "santa e gloriosa Vergine Maria dal cui seno (Cristo) ricevette la carne della nostra umanità" (Epistola, I).

2. La preghiera

esaltazione della gloriosa Vergine Maria

a. Capolavoro della benedizione santificante delle Tre Persone divine. Francesco si rivolge a Maria elogiandola quale "Signora santa Regina". Il termine biblico e patristico di "Donna" conserva il suo significato originario di Signora e Regina. "Omnium post Trinitatem domina": Maria è "Signora di tutti dopo la SS.ma Trinità" (s. Efrem), e "Domina dominarum": "Signora delle signore" (Carme del sec. XI). E ne spiega il motivo: è la "Santissima Genitrice di Dio", colei che "aveva reso nostro fratello il Signore della maestà" (FF 786). Poi ne esalta la verginità "perpetua ed eccelsa". Già in s. Agostino (+431) leggiamo: "Virgo concipiens, Virgo pariens, Virgo moriens" (De catechizandis rudibus n.40; cf. Sermo 51,18; 196,1), tema ripreso da s. Ildefonso di Toledo (+667) e verità di fede proclamata dal papa Martino I nel Concilio Laterano del 649: Vergine "ante partum, in partu, post partum" (cf. Denzinger 256).

L'Assisate svela quindi la misteriosa associazione della Vergine nell'economia della salvezza: l'Incarnazione del Figlio di Dio da Maria poverella dischiude la verità del Natale, azione della Trinità:"Fatta santa ed eletta dal santissimo Padre del cielo, che egli consacrò col santissimo, diletto Figlio suo e con lo Spirito Santo Paraclito". Francesco guarda Maria come il capolavoro della benedizione santificante delle Tre Persone divine. E' la Trinità che "costruisce" la Madre "casa, tempio, tenda" del Figlio di Dio. Il Padre è il principio della dinamica elettiva e della consacrazione della Vergine. Il Figlio e lo Spirito sono co-agenti. Così in lei "fu ed è ogni pienezza di grazia ed ogni bene".

Pienezza di grazia, traboccante ed irripetibile in Maria, è il Figlio di Dio fattosi carne nel suo grembo. In questo senso ella è proposta alla Chiesa come misteriosa interlocutrice, "termine medio" tra Dio e l'uomo. S. Bernardo parlava di Maria, eletta da Dio per essere nel mondo "acquedotto" della grazia divina.

Nei titoli "santa eletta e consacrata" Francesco addita Maria come la realizzazione più perfetta del mistero del Corpo di Cristo. Infatti le icone mariane del 1200, che ritraggono la Vergine tesa come creatura nella contemplazione verso Dio, inducono alla contemplazione di lei non tanto per la sua bellezza fisica quanto per la santità della pienezza di grazia. Non a caso questo tipo iconografico è detto comunemente, anche se genericamente "Madonna dell'umiltà". Da qui la Vergine è mostrata anche come il prototipo, l'icona perfetta della Chiesa: luminoso modello ed esempio di risposta al Verbo di Dio. Il testo originale della Salutatio inneggia: "Ave, virgo ecclesia facta": Maria è la "Vergine fatta Chiesa", perché perennemente discepola sulle orme di Cristo ("sua ancella").


b. Elogio contemplativo dell'ancella del Signore. La teologia di Francesco, di tipo allegorico-

spirituale, è sempre mediata dalla preghiera e dall'atteggiamento contemplativo. In continuità con la corrente teologica dei sec. XII-XIII, il saluto mariano si spiega alla luce della contemplazione dossologico-elogiativa.

Tramite dei termini biblici Francesco presenta Maria nella memoria del cammino del popolo eletto, come suggeriscono i titoli dell'AT: palazzo, tabernacolo (tenda), casa (tempio), veste. Poi passa all'Incarnazione: la Vergine è unita al Figlio incarnato in quanto sua ancella obbediente e sua Madre gloriosa.


c. Le sante virtù. "E voi tutte con essa, sante virtù che per la grazia e la luce dello Spirito Santo siete infuse nei cuori degli uomini fedeli, affinché d'infedeli li facciate fedeli a Dio". La descrizione della presenza di Maria nella storia della salvezza, continua con la presentazione del suo ruolo tipologico nella storia umana, nei fedeli e infedeli. Le sante e santificanti virtù, infuse dallo Spirito Santo nei cuori dei fedeli, sono le stesse sante virtù che hanno consacrato Maria tempio del Signore.

Ella va seguita, in quanto ha vissuto perfettamente quelle virtù. E poi perché nella Chiesa del Figlio si trova il riflesso del volto della Madre. La Chiesa, quindi, deve contemplare l'ancella per poter riprodurre in sé il volto della Signora santa Regina. La medesima consacrazione di Maria deve estendersi nel mondo intero. In tal modo, grazie a coloro che tramite le sante virtù, passano da infedeli a fedeli, si restaura la Chiesa ad immagine della Vergine. Inoltre nel fedele, che riceve nel cuore e segue nelle opere le virtù del Verbo incarnato, rese visibili nel volto della Madre, si rinnova storicamente la venuta del Figlio di Dio nel tempio dell'uomo.


Così il mistero della Santissima Genitrice di Dio, "Vergine fatta Chiesa", si perpetua nella comunità dei credenti, chiamati a divenire "Chiesa fatta vergine" nella docilità alla grazia che elegge e santifica.


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